L’AI realizzerà davvero quello che promette?

Nella puntata “Investors Have Sky-High Hopes for AI. Can the Tech Deliver?” del podcast Big Take di Bloomberg, Max Chafkin sottolinea come solo Microsoft stia beneficiando economicamente dell’introduzione dell’AI mentre altre big come Meta, Apple e Google non siano ancora riuscite a trovare casi d’uso chiari e profittevoli.

La portata dell’AI è enorme, ma è altrettanto grande la questione sulla sua utilità concreta, sull’attendibilità e sulla sostenibilità morale, economica e ambientale.

Se eliminiamo infatti alcuni casi in cui oggettivamente gli LLM sono molto più efficienti degli umani, in molte altre situazioni addestrare una AI per sostituire il lavoro di una persona è ancora molto costoso e complesso. Prendiamo l’esempio dei veicoli autonomi che, dopo anni di sviluppi e miliardi di dollari spesi in ricerca, continuano a non funzionare pur montando attrezzature costosissime programmate da migliaia di sviluppatori super specializzati.

Al momento manca la tecnologia, ma poi ci sarà anche la scalabilità? E siamo sicuri che un giorno i robo-taxi saranno più convenienti di un umano che potrà, per esempio, prestare soccorso durante un incidente o far partorire una donna in auto (classica americanata da film).

Questa mancanza di prodotti realmente utili come Copilot su Github e Office, rende tutti gli altri servizi di AI tanto simili che difficilmente un giorno gli utenti sceglieranno di pagare per avere qualcosa di diverso da quello che Microsoft sta per includere su Windows. Servizi generici come la traduzione, la sintesi di un testo o l’inserimento dei sottotitoli sono task “semplici” molto utili per la produttività personale, ma con scarsa possibilità di differenziazione. Per non parlare dei costi di creazione, addestramento e manutenzione.

Com’è risaputo, se il prodotto è gratis il prodotto sei tu, ma nel caso delle AI la situazione è ancora più complessa perché il prodotto non siamo noi, ma ancora non lo è neanche il servizio che stiamo usando. Quindi quali saranno gli sviluppi? Cosa succederà se mancherà la sostenibilità economica e un PMF chiaro per tutte le aziende?

Il potenziale dell’AI è innegabile, ma oltre al piccolo esperimento di “Insulti belli” non ho avuto il tempo di comprendere tecnicamente tutte le potenzialità, i casi d’uso e la sostenibilità sociale ed ambientale. Voglio studiare sia l’AI act, le questioni di privacy e quelle morali, ma ho già qualche idea.

immagine del sito https://antoniopatti.it/insultibelli/
Scrivi un insulto e l’AI lo trasformerà in un complimento. Inulti Belli.

Trovo discriminante l’utilizzo degli LLM per la selezione di personale, per il monitoraggio di massa, nel settore legislativo e in quello finanziario. Trovo vitale l’automazione nello studio di nuove medicine e nel riconoscimento delle malattie con la supervisione di professionisti formati per farla. Credo sia l’AI sia utile per revisionare il codice di programmazione, ma siamo ancora lontani dal fare a meno degli sviluppatori. Chi dice il contrario non ha idea di quanto è complicato sviluppare un sito o un’app. Fare riassunti, produrre contenuti o immagini invece per me è ancora inaffidabile. Voglio decidere io cosa ha importanza e cosa no. Le immagini ormai sembrano tutte uguali e anche se le continuo ad utilizzare, il loro fascino per me è quasi svanito.

Riassumendo, è stato fatto tanto ma non è ancora chiaro se questa nuova rivoluzione porterà a tutti veramente a qualcosa di utile. Gli esempi della blockchain, degli NFT e delle auto autonome dovrebbero stemperare gli animi che però, ai tempi del web 2.0 e del cloud, hanno avuto ragione del loro entusiasmo e dei fiumi di parole che ne sono scaturiti.

Insomma staremo a vedere.

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